Practice


L'armonia e il movimento non sono concetti propri alla ceramica, ma io ho voluto dare eleganza, equilibrio e movimento a questo anonimo giocatore di golf in terra raku grezza.
Opera raku e terra bianca.

Angeli


Opera in terracotta e terra bianca

Pedine




Se il mondo fosse una grande scacchiera probabilmente noi saremmo solo delle piccole pedine.

Dissociazione




Opera raku. I dettagli anatomici sono resi con particolare cura, sottolineati dagli smalti e dai colori, perché non si capisca più quale è la vera faccia e quale la maschera.

Maschera


Terracotta rifinita a cera.

Monumento



Opera in terra bianca e raku su supporto di legno dipinto a tempera.

Un uomo importante


La statura di un uomo si misura da ciò che fa e da ciò che dice, non da quanto è alto. Questa mia opera vuole evidenziare proprio questo concetto.
Il soggetto principale è evidenziato dalla cristallina e dai tratti appena accennati che però ne caratterizzano l'aspetto, mentre l'anonimità delle guardie del corpo è sottolineata dal raku grezzo che, con le sue asperità, sottolinea la grettezza delle figure secondarie.

Raku nudo

Il raku nudo è una tecnica che si differenzia dal raku tradizionale in quanto l'opera si trova priva di cristallina ed il suo aspetto è bianco con disegni color fumo. L'effetto è notevole.

Raku gallery

La ceramica raku riesce ad esprimere movimento, emozione, luce e colore, ombra e buio ed io ho cercato di esprimerle al meglio; le mie opere seguono la mia ispirazione e raccolgono in sé la forza della mia essenza.

Meditazione - ceramica raku cm. 19x16,5


E' difficile esprimere il silenzio, la pace interiore, la concentrazione con un materiale ceramico in un bassorilievo.

Questa è la sfida che ho voluto affrontare con questa mia piccola formella.

Gli alberi formano una piccola nicchia entro la quale è racchiusa la figura in cerca di pace e silenzio. Essi sembrano proteggere questo suo momento di intima concentrazione e al tempo stesso si fanno ombra, vento, fruscio di foglie e musica di rami... la delicatezza del colore e la luce sfocata che la tecnica conferisce all'insieme completano il paesaggio interiore della composizione.
Il titolo non poteva che esprimere con semplicità il significato di questa mia opera.

La ceramica Raku

La ceramica Raku nasce per mano di Chojiro, ceramista giapponese vissuto nell'epoca Momoyama (XVI sec.), ed è da sempre legata alla produzione di ciotole per la cerimonia del tè (cha-no-yu). E' infatti per Sen Rickyu, maestro dello cha-no-yu, che Chojiro iniziò ad utilizzare la tecnica che poi verrà chiamata "Raku". Da allora in poi Raku è diventato anche il cognome della famiglia di ceramisti discendenti di Chojiro che da 15 generazioni porta avanti la tradizione del Raku in Giappone. Nel Raku Giapponese il biscotto viene sottoposto ad una seconda cottura che serve a vetrificare il rivestimento. Il pezzo, una volta raggiunta la temperatura di fusione dello smalto, viene estratto dal forno e lasciato raffreddare rapidamente all'aria aperta. Nella tecnica tradizionale nulla è lasciato al caso, l'artista segue una precisa sequenza di operazioni che acquistano un carattere quasi rituale. la ciotola è sempre eseguita a mano, senza l'ausilio di particolari strumenti: in questo modo le mani possono esprimersi liberamente trasmettendo all'argilla la sensibilità dell'artista. Con la diffusione del metodo Raku nel mondo occidentale il vincolo con la cerimonia del tè si è perso e la tecnica ha subito profonde trasformazioni. L'introduzione di varianti personalizzate, la sperimentazione libera e continua, hanno fatto di questa tecnica ceramica un'importante mezzo di espressione artistica, anche se per le stesse ragioni lo stesso termine "Raku" ha perso a poco a poco il contatto con la sua origine. L'innovazione più importante rispetto alla tecnica tradizionale è quella che prevede una post cottura riducente anzi che ossidante: il pezzo cioè, una volta estratto dal forno viene inserito in un recipiente contenente foglie, paglia, segatura o altro materiale infiammabile. Tale operazione innesca una combustione che viene subito soffocata dal ceramista, generando un'atmosfera riducente che avvolge il pezzo. Questo processo determina (in combinazione con gli ossidi dello smalto) particolari effetti e sfumature, spesso unici e casuali. L'esperto ceramista saprà ripetere di volta in volta la sequenza ed i tempi necessari ad ottenere un determinato effetto.

La ceramica Raku

La ceramica Raku nasce per mano di Chojiro, ceramista giapponese vissuto nell'epoca Momoyama (XVI sec.), ed è da sempre legata alla produzione di ciotole per la cerimonia del tè (cha-no-yu). E' infatti per Sen Rickyu, maestro dello cha-no-yu, che Chojiro iniziò ad utilizzare la tecnica che poi verrà chiamata "Raku".
Da allora in poi Raku è diventato anche il cognome della famiglia di ceramisti discendenti di Chojiro che da 15 generazioni porta avanti la tradizione del Raku in Giappone.Nel Raku Giapponese il biscotto viene sottoposto ad una seconda cottura che serve a vetrificare il rivestimento. Il pezzo, una volta raggiunta la temperatura di fusione dello smalto, viene estratto dal forno e lasciato raffreddare rapidamente all'aria aperta.
Nella tecnica tradizionale nulla è lasciato al caso, l'artista segue una precisa sequenza di operazioni che acquistano un carattere quasi rituale. La ciotola è sempre eseguita a mano, senza l'ausilio di particolari strumenti: in questo modo le mani possono esprimersi liberamente trasmettendo all'argilla la sensibilità dell'artista.
Con la diffusione del metodo Raku nel mondo occidentale il vincolo con la cerimonia del tè si è perso e la tecnica ha subito profonde trasformazioni. L'introduzione di varianti personalizzate, la sperimentazione libera e continua, hanno fatto di questa tecnica ceramica un'importante mezzo di espressione artistica, anche se per le stesse ragioni lo stesso termine "Raku" ha perso a poco a poco il contatto con la sua origine.
L'innovazione più importante rispetto alla tecnica tradizionale è quella che prevede una post cottura riducente anzi che ossidante: il pezzo cioè, una volta estratto dal forno viene inserito in un recipiente contenente foglie, paglia, segatura o altro materiale infiammabile. Tale operazione innesca una combustione che viene subito soffocata dal ceramista, generando un'atmosfera riducente che avvolge il pezzo. Questo processo determina (in combinazione con gli ossidi dello smalto) particolari effetti e sfumature, spesso unici e casuali. L'esperto ceramista saprà ripetere di volta in volta la sequenza ed i tempi necessari ad ottenere un determinato effetto